La battaglia del Leone

Generali, sul tavolo di Consob il prestito titoli Mediobanca

A giorni l'esame in Collegio del quesito depositato dal gruppo Caltagirone. Bocciatura dall'Isla, l'organo che vigila sulle condotte relative al prestito titoli

di Laura Serafini

La partita Generali. Il 29 aprile l'assemblea per il rinnovo del cda della compagnia assicurativa

3' di lettura

Il collegio Consob si prepara a esaminare di nuovo il dossier sul rinnovo del vertice delle Generali. Questa volta ad approdare in commissione sarà la questione, sollevata dalle società del gruppo di Francesco Gaetano Caltagirone prima di Natale, sulla legittimità del prestito titoli sul 4,42% di Generali fatto da Mediobanca per aumentare le sua partecipazione al 17,22% del capitale in vista dell’assemblea di aprile.

Il dossier dovrebbe approdare al collegio a giorni: non è stato ancora messo all’ordine del giorno del collegio, ma non è da escludere che possa avvenire già questa settimana. E la decisione si presenta ancora una volta complessa, sia per la delicatezza della situazione, sia per l’intervento di soggetti internazionali, come l’International Securities Lending Association (Isla), che ha bocciato l’utilizzo di quel pacchetto del 4,42% dei titoli.

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La contesa e i protagonisti

Ma andiamo per gradi. Come è noto la contesa al vertice vede da una parte il socio storico della compagnia del Leone, Mediobanca, che ha sponsorizzato l’adozione della prassi della presentazione della lista per il rinnovo del board da parte del cda uscente. Azionisti come Caltagirone e Leonardo Del Vecchio, che non condividono le modalità di scelta del nuovo vertice, hanno lasciato il board di Generali: in particolare il costruttore romano sta lavorando alla presentazione di una lista alternativa. Questo fronte contrapposto, di cui fa parte anche la Fondazione Crt, ha un pacchetto azionario complessivo ormai quasi equivalente al 17,22% messo assieme da Mediobanca.

La Consob ha già assunto una decisione nei fatti salomonica sulla legittimità della presentazione di una lista da parte del board uscente, a valle di una consultazione indetta prima di Natale.

La prassi dell’empty voting

Tornando al prestito titoli, per ora sarebbe stata elaborata dagli uffici un’analisi ricognitiva che illustra come la prassi dell’empty voting (diritto di voto a fronte di una ridotta esposizione al rischio azionario) si sia diffusa a livello internazionale senza che sia stata adottata una normativa specifica in nessun paese.

L’unica eccezione sono i paesi anglosassoni e in particolare il Regno Unito, dove la questione è inquadrata in un ambito regolamentare. È qui che si inserisce una missiva inviata a Mediobanca dall’Isla, nella quale si fa presente il fatto che l’annuncio dell’utilizzo di quel pacchetto del 4,42% di Generali al solo scopo di influenzare il «re-appointment» (la riconferma) del board della compagnia assicurativa «è severamente vietato» quando vengono fatte «transazioni nell’ambito del Global Master Securities Lending Agreement (Gmsla) di cui Mediobanca fa parte». Si fa inoltre notare che se l’entità che ha fornito i titoli a Mediobanca è registrata nel Regno Unito (come è nei fatti) questa transazione «viola il codice del mercato monetario della Banca d’Inghilterra».

La questione è complessa: il contratto al quale si riferisce l’associazione britannica, il cui compito è vigilare sul rispetto del Gmsla, nella sostanza è un acquisto pronti contro termine. È esattamente quanto ha fatto Mediobanca: Piazzetta Cuccia nei fatti ha effettuato un acquisto, seppure a tempo, che trasferisce i diritti di proprietà e con essi anche quelli di voto. Tuttavia, a quanto emerge, per la regolazione inglese queste compravendite a tempo non devono essere finalizzate al solo voto in assemblea.

Il nodo della giurisdizione

E qui si apre il nodo della giurisdizione. Il rinnovo del board di Generali infatti non è vigilato dalle autorità britanniche e, nel caso, eventuali obiezioni dovrebberp essere fatte dopo il voto e non prima. C’è poi il fatto che a fare un eventuale improprio utilizzo non sarebbe il soggetto che ha fornito i titoli, ma quello che li ha presi, e cioè Mediobanca che è sottoposta alla vigilanza delle autorità italiane.

Nella lettera, che Il Sole 24 Ore ha potuto consultare, si fa riferimento anche alle preoccupazioni degli altri associati internazionali di Isla per questo precedente. Isla conclude infatti la lettera asserendo che l’iniziativa di Mediobanca «compromette fortemente le strategie di sostenibilità e corporate governance del settore».

C’è poi un altro aspetto legato a Isla: l’associazione avrebbe contestato un disallineamento tra il momento di conclusione del contratto e la consegna effettiva di titoli del 4,42% di Generali. Nel senso che il contratto prevedeva la consegna il 23 settembre, quando invece questa è stata effettuata dopo circa un mese. Mediobanca sarebbe stata chiamata a dare un chiarimento dagli uffici Consob, ai quali sarebbe stato spiegato che lo scarto temporale è stato deciso perché l’istituto di piazzetta Cuccia non aveva interesse a percepire i dividendi su quel pacchetto di titoli di Generali, il cui stacco era avvenuto proprio in quei giorni.

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