La holding delle infrastrutture

Atlantia, Benetton-Blackstone lanciano l’Opa a 23 euro per azione. L’operazione vale 19 miliardi

L’annuncio è arrivato prima dell’apertura dei mercati. A questo si aggiunge un dividendo di 0,74 euro che porta a 23,74 euro il valore dell’azione a chi aderisce

di Laura Galvagni

(Reuters)

I punti chiave

  • Le strategie dei Benetton
  • L’assetto di controllo
  • La copertura finanziaria
  • Il rilancio industriale

2' di lettura

Nella serata di ieri il consiglio di amministrazione di Edizione si è riunito per definire gli ultimi dettagli dell’Opa su Atlantia, lanciata a un prezzo di 23 euro per azione. L’annuncio è arrivato prima dell’apertura dei mercati. A questo si aggiunge un dividendo di 0,74 euro che porta a 23,74 euro il valore dell’azione a chi aderisce: in totale, dunque, l’operazione vale 18,99 miliardi e rappresenta una valutazione superiore rispetto a quella a cui ieri il mercato ieri si era allineato con il titolo Atlantia che aveva chiuso in rialzo dello 0,8% a 21,89 euro. 

Le strategie dei Benetton

La proposta è l’esito di un lungo periodo di riflessione che ha portato la famiglia Benetton, azionista con il 33,1% della società, a ritenere che la strada migliore per promuovere una nuova fase di sviluppo fosse perseguibile in maniera più efficace con un assetto azionario privato anziché pubblico. In ragione di ciò, ancora diversi mesi fa, Ponzano Veneto ha avviato un confronto con Blackstone per definire un progetto comune: in regia, tra gli altri, anche Andrea Valeri, chairman di Blackstone Italy, che ha tenuto le relazioni con la famiglia, l’headquarter di New York e le istituzioni italiane.

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I SOCI E IL TITOLO
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L’assetto di controllo

Il progetto, complice la discesa in campo di altri fondi di private equity internazionali della levatura di Gip e Brookfield (in asse con la Acs di Florentino Perez), ha subìto una forte accelerazione nelle ultime settimane. In questo periodo, infatti, è stato definito uno schema in base al quale verrà utilizzato un veicolo che al termine dell’Opa, se avrà successo, sarà controllato al 65% da Ponzano Veneto e al 35% dal fondo americano. Previsto anche l’ingresso di Fondazione Crt con il suo 5%, che farebbe così scendere la holding dei Benetton al 60%.

Riguardo alla governance sono in fase di messa a punto gli ultimi dettagli ma, nonostante il ruolo dominante della dinastia veneta, avrà comunque dei meccanismi che garantiranno una sorta di co-controllo.

La copertura finanziaria

Quanto all’esborso finanziario, ipotizzando una valutazione dell’asset attorno ai 18 miliardi è possibile che si decida un ricorso al debito per circa 8 miliardi, pari all’importo che Atlantia incasserà il prossimo 5 maggio con la cessione di Autostrade per l’Italia al consorzio guidato da Cdp e partecipato proprio da Blackstone insieme a Macquarie. Resterebbero dunque 10 miliardi da coprire con equity. Di questi, 6 miliardi circa sono riferibili al conferimento nel veicolo del 33,1% di Atlantia mentre gli altri 4 miliardi saranno di competenza di Blackstone ed eventualmente di Gic e Crt, questi ultimi tramite l’apporto delle rispettive partecipazioni, oggi pari all’8,29% e al 4,5%.

Il rilancio industriale

Nel comunicato diffuso in mattinata, Edizione puntualizza le ragioni industriali dell’operazione. Nel dettaglio, «l'Offerente - si legge - intende sostenere pienamente la strategia di investimento a lungo termine, l'attuale piano industriale e la crescita sostenibile di Atlantia e fornire, inoltre, il supporto e le risorse necessarie affinché Atlantia sia in grado di cogliere le opportunità di investimento che si presenteranno nel settore delle infrastrutture e della mobilità e consolidare la sua posizione di leadership in tale settore». Infine, la sostenibilità: «L'Offerente è impegnato nel supportare l'Emittente nel raggiungimento della sua ambiziosa strategia ESG e di innovazione tecnologia già annunciata».

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