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Pmi italiane alla prova di trasparenza e governance
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I passi della cultura aziendale necessari per aumentare la visibilità e preparare il passaggio al segmento principale

Pmi italiane alla prova di trasparenza e governance

di Pierluigi Mandoi
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Le società che negli anni sono passate da Euronext Growth Milan al segmento principale di Borsa Italiana capitalizzano oggi 8,3 miliardi di euro complessivi, una conferma del grande ruolo del listino dedicato alle pmi innovative italiane nella crescita generale del mercato azionario italiano.

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Le società che negli anni sono passate da Euronext Growth Milan al segmento principale di Borsa Italiana capitalizzano oggi 8,3 miliardi di euro complessivi, una conferma del grande ruolo del listino dedicato alle pmi innovative italiane nella crescita generale del mercato azionario italiano. L'evento Mf Growth Italia Day 2022 ha ospitato tra gli altri un panel riguardante i modi con cui le aziende di prepararsi alle sfide e alle opportunità del passaggio sull'Mta. Vi hanno partecipato, oltre a Guglielmina Onofri di Consob e Italo De Santis (responsabile della practice area capital market di Chiomenti), Anna Lambiase (ceo di Ir Top Consulting) e Romina Guglielmetti (founding partner di Starclex).

Il primo step per la futura crescita, ha spiegato Lambiase, «riguarda la possibilità di avere un coverage più elevato da parte degli analisti finanziari: su Egm c'è una copertura di massimo due ad azienda, di cui uno è il Nomad». Ma non basta solo l'aumento della visibilità per attrarre gli investitori e prepararsi allo sbarco sul listino principale. La caratteristica fondamentale, ha detto Guglielmetti, è sviluppare una cultura della trasparenza anche in un mercato con meno adempimenti formali come Egm: «La valutazione dell'investitore si basa molto sulla trasparenza, ed Egm deve essere una palestra in grado di creare una robustezza nei processi. L'advisor ha un ruolo importante, spiegare che la trasparenza non è un rallentamento per il business». D'altronde, come ha dichiarato anche Viviana Sepe, senior associate equity research di EnVent Capital Markets, «se con la quotazione le aziende iniziano dei processi virtuosi organizzativi in termini di trasparenza ci sono benefici in visibilità presso tutto il parterre degli stakeholder».

Una maggiore trasparenza passa anche dai giusti modelli di governance: è quanto evidenziato in un altro panel a cui hanno partecipato Vincenza Colucci (partner di Cdr Communications), Andrea De Micheli (presidente e ad di Casta Diva Group), Francesco Zorgno (presidente e ad di CleanBnB), Nicola Occhinegro (fondatore e ceo di Finanza.Tech) e Tommaso Baldissera Pacchetti (ad di CrowdFundMe). «La governance è una medicina a volte amara, ma che fa bene perché introduce in azienda la cultura delle procedure. I relativi costi li configuriamo in termini di investimento», ha detto Occhinegro, e gli ha fatto eco Baldissera Pacchetti, sottolineando l'importanza di «includere nella governance anche persone molto competenti che non la pensano esattamente come te». È il ruolo importantissimo degli amministratori indipendenti, messo in evidenza anche da De Micheli: «Non ho alcun timore di essere superato o messo in minoranza, perché avendo scelto degli indipendenti estremamente esperti dei vari settori ho la massima fiducia che quello che noi faremo sarà saggio, giusto e corretto». Ma per le aziende nate da processi di crowdfunding parte degli sforzi di trasparenza avviene già prima della quotazione, come ha spiegato Zorgno: «Il crowdfunding ti prepara alle regole della quotata nelle aree della comunicazione e dell'attenzione alla governance. E l'impostazione di governance che ci siamo dati ha funzionato anche nei momenti di crisi da quotata». (riproduzione riservata)

MF - Numero 143 pag. 19 del 22/07/2022


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