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I compensi degli amministratori delegati sempre più ancorati alla sostenibilità

I fattori Esg innescano una progressiva trasformazione culturale nelle quotate

di Antonio Criscione

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3' di lettura

I temi della sostenibilità entrano sempre più anche nelle remunerazioni degli amministratori delegati delle società italiane: a prevedere un collegamento in questo senso sono infatti 106 quotate. È quanto emerge dal Rapporto 2021 sulla rendicontazione non finanziaria delle società quotate italiane, con il quale Consob esamina per il quarto anno le dichiarazioni non finanziarie (Dnf) che le quotate sono tenute a presentare annualmente in base al Dlgs 54/2016 di recepimento della Direttiva 2014/95/EU.

Un adempimento che secondo Consob può introdurre meccanismi per «una progressiva trasformazione culturale innescata dalla considerazione della sostenibilità nel processo decisionale aziendale». A proposito di Dnf va ricordato che in sede Ue è stata già prevista per i prossimi anni l’introduzione di un Report di sostenibilità, che comporterà un allargamento sensibile delle società obbligate a presentare la propria carta di identità ai fini Esg (environmental, social, governance). Si calcola che in futuro saranno «obbligate» circa 2-3mila società italiane (in modo scaglionato a partire dal 2024).

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Quanto ai numeri attuali, emerge che nel corso del 2021 hanno pubblicato una Dichiarazione non finanziaria , 151 società quotate, rappresentative del 69% del listino e del 97% circa della capitalizzazione di mercato a fine 2020. Fra queste sono comprese anche 2 società che hanno redatto il documento su base volontaria.

Board e sostenibilità

Se le soluzioni adottate dalle società per integrare la Dnf con il resto della documentazione societaria sono state molto diversificate, emerge però un tema sicuramente positivo che è rappresentato dalla cosiddetta analisi di materialità (ovvero quella che permette di individuare gli aspetti legati alla sostenibilità più rilevanti per l’azienda, oltre che per i suoi stakeholder) che è stata svolta da tutte le società al fine della redazione della Dnf. E inoltre in questa analisi sempre più spesso viene coinvolto l’intero consiglio di amministrazione.

A proposito di board a sostenibilità, Consob segnala che nel corso del 2021, tra le 49 società che hanno redatto la Dnf e hanno rinnovato il board, 34 hanno pubblicato linee guida per la nomina del nuovo consiglio di amministrazione o hanno dato indicazioni sulla composizione desiderata del consiglio nell’ambito della relazione illustrativa sulle materie all’ordine del giorno dell’assemblea chiamata a deliberare la nomina del nuovo organo amministrativo. Tra queste indicazioni acquistano rilievo sempre maggiore le competenze in materia di sostenibilità.

Da segnalare che, secondo Consob «per la prima volta si osserva un riferimento ai temi riguardanti rispettivamente il successo sostenibile e la creazione di valore nel lungo periodo (8 citazioni), le strategie di lungo periodo (oggetto di tre induction) e le remunerazioni sostenibili (5 casi)».

LA QUOTA DI AZIENDE CON REMUNERAZIONI SOSTENIBILI

(Fonte: Consob, Report on non-financial reporting of Italian listed companies)

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Sostenibilità e remunerazioni

Per quanto riguarda l’inclusione dei parametri non finanziari nella remunerazione dei manager si spiega che il numero di emittenti che li integrano, essendo arrivato a 106, è cresciuto in misura significativa, visto che nel 2020 erano 63. Il riferimento a tali fattori riguarda le remunerazioni di breve termine in 97 casi e la componente di lungo termine in 56. Una propensione più accentuata per l’inclusione dei temi di sostenibilità nella remunerazione dei manager è riscontrabile tra le società di maggiori dimensioni, appartenenti all’indice Ftse Mib (30 casi, pari al 91% dell’indice) o al Mid Cap (27 casi, pari al 73% dell’indice). Mentre non emergono differenze significative tra settori (si veda il grafico in alto).

C’è invece una differenza più significativa legata al tipo di controllo della società, infatti le imprese controllate dallo Stato o da enti pubblici e le imprese per le quali non è possibile individuare un ultimate controlling agent sono quelle in cui i compensi sostenibili sono previsti più di frequente (rispettivamente nell’80% e nel 62% dei casi).

La sostenibilità non riguarda solo i temi cosiddetti green, ovvero di sostenibilità ambientale, ma anche quelli legati alla governance delle società e ai fattori sociali. Tra questi ultimi i più rilevanti per la remunerazione dell’a.d., in linea con il 2020, quelli relativi ad aspetti che rimandano ai dipendenti sono i più diffusi (diversità e inclusione, smart working, formazione; 44 casi), seguiti dal riferimento alla riduzione del tasso di infortuni sul lavoro (17 casi) e alla customer satisfaction (16 casi). Inoltre per la prima volta vengono segnalate tre società che ancorano la remunerazione alla capacità dell’amministratore delegato di integrare i fattori Esg lungo la catena di fornitura.

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