Il piano di risparmi di Unicredit passa anche attraverso una stretta sui consulenti. Il ceo Andrea Orcel avrebbe dimezzato i compensi pagati, riducendoli di almeno 75 milioni nell'ambito della strategia di riduzione dei costi prevista dal piano industriale. Lo ha scritto lunedì 23 gennaio il Financial Times, ricordando che l'istituto prima del 2021 pagava più di 150 milioni l'anno per consulenze.
La riduzione più significativa (-75%) avrebbe riguardato i contratti per consigli operativi e strategici con controparti come McKinsey e Boston Consulting Group, mentre ora le voci di spesa più rilevanti riguardano consulenze su audit e compliance. La mossa della banca avrebbe comprensibilmente infastidito gli advisor abituati a consolidate e remunerative relazioni, aggiunge il quotidiano.
L'obiettivo di Orcel sarebbe quello di ridurre la dipendenza di Unicredit da competenze esterne e aumentarne l'autonomia sul fronte strategico. Nel frattempo l’attenzione del mercato è concentrata anche sulle politiche di remunerazione del gruppo che verranno sottoposte al voto della prossima assemblea. Anche se per il momento nessuna decisione è stata presa, c’è chi ritiene che il board potrebbe premiare il ceo con un aumento di stipendio (che nel 2021 era stato di ben 6,7 milioni). Sulla scelta potrebbe incidere la qualità dei risultati di bilancio che saranno presentati il prossimo 31 gennaio. (riproduzione riservata)