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Eni al top dal 2019. Dagli analisti ok alla possibile conferma di Descalzi (che diventerebbe l’ad più longevo del gruppo)
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Eni al top dal 2019. Dagli analisti ok alla possibile conferma di Descalzi (che diventerebbe l’ad più longevo del gruppo)

di Paola Valentini
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Nonostante il prezzo del petrolio sia in calo da diversi mesi, il titolo tiene i massimi raggiunti brevemente nel novembre scorso e prima ancora a giugno 2019. Intesa Sanpaolo: se confermata, la rinomina di Descalzi sarebbe positiva per Eni. Attesa per il piano in agenda il 23 febbraio. Da Equita focus sulle forniture di gas dall’Africa | Bond Eni: dopo il boom di richieste, oltre 2 mld, arriva la chiusura anticipata

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Il titolo Eni resta sopra quota 14 euro, sui massimi da quasi 4 anni (giugno 2019) a 14,45 euro dopo aver toccato lo stesso livello il 15 novembre scorso (14,47), nonostante il prezzo del petrolio sia in calo negli ultimi mesi, dopo le indiscrezioni riportate venerdì 20 gennaio da Reuters secondo cui Claudio Descalzi sarà probabilmente rinnovato come amministratore delegato del gruppo nella prossima tornata di nomine prevista in primavera per tutte le principali società a partecipazione pubblica. Secondo quanto riferiscono due fonti governative, Descalzi gode dell'apprezzamento del premier Giorgia Meloni e non dovrebbe essere messo in discussione. Se fosse riconfermato per un altro triennio il manager sarebbe il ceo più longevo nella storia di Eni che per ora non rilasciato alcun commento.

Intesa Sanpaolo conferma il buy

Intanto l’ufficio studi di Intesa Sanpaolo ha conferma la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 16,6 euro su Eni citando queste le indiscrezioni su Descalzi. «Se confermata, la rinomina di Descalzi sarebbe positiva per Eni, secondo noi: non solo sarebbe la conferma delle strategie di Eni, ma il nuovo piano industriale, che sarà presentato da Descalzi il 23 febbraio, sarà completato dallo stesso management», commentano gli analisti.

Focus di Equita sul gas dal Nord Africa

Equita invece si concentra sui piani del governo per incrementare il gas dal Nord Africa: «secondo i quotidiani, l’ Eni sarebbe in procinto di siglare un nuovo accordo con Sonatrach, per far lievitare fino a 35 bcm, attualmente sono a 20 bcm, le forniture di gas all’Italia utilizzando il gasdotto TransMed. Il governo italiano intenderebbe inoltre raccogliere entro il 2024-25 tra i 50

e i 70 bcm di gas all’anno non solo dall’Algeria ma includendo anche Egitto e Libia, per soddisfare il fabbisogno nazionale e per distribuirli nei vari Paesi europei. L’obiettivo sarebbe quello di trasformare l’Italia in un hub energetico che permetta di aumentare il flusso di gas da vari paesi.

Per raggiungere queste cifre il governo intenderebbe potenziare il gasdotto Tap che arriva dall’Azerbaigian, stabilizzare la Libia, che potrebbe aumentare da 2 a 9 bcm le proprie esportazioni, e puntare al gas egiziano trasportato via Lng tramite il potenziamento dei rigassificatori in Italia. I rigassificatori sono considerati essenziali per portare a pieno regime lo sfruttamento dei giacimenti scoperti da Eni davanti all’Egitto, le nuove forniture provenienti da Israele e i flussi dall’Africa occidentale e dal Mozambico», ricorda Equita

La sim ritiene che «il piano possa agevolare e meglio valorizzare le scoperte e progetti gas/low carbon di Eni in Africa. Ci aspettiamo maggiori dettagli sui progetti di espansione delle forniture gas/low carbon dalla presentazione del nuovo piano industriale il 23 febbraio», conclude Equita confermando il giudizio buy con target price a 19 euro. 

Intanto il gruppo settimana scorsa ha emesso e chiuso con il tutto esaurito il bond dedicato al mercato retail, con tasso minimo del 4,3%.

Orario di pubblicazione: 23/01/2023 10:25
Ultimo aggiornamento: 23/01/2023 11:05


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