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Brembo, sede legale in Olanda: «Ci servono gli strumenti per crescere anche con acquisizioni»

di Andrea Rinaldi

Brembo, sede legale in Olanda: «Ci servono gli strumenti per crescere anche con acquisizioni» Matteo Tiraboschi, presidente esecutivo di Brembo

A caccia di prede o di nuovi soci. Insomma ancora più grande per cavalcare la rivoluzione dell’auto. Ma per farlo serve un cambio di paradigma e così la seconda vita di Brembo ricomincerà nei Paesi Bassi. È qui che il big dei sistemi frenanti ha scelto di trasferire la sede legale per avvalersi del diritto olandese che potenzia il voto maggiorato. La delibera del cda sarà votata da un’assemblea straordinaria il 27 luglio e, salvo eccezioni, entro fine anno si completerà la trasformazione transfrontaliera della società dall’Italia, che adotterà la forma giuridica di società per azioni a responsabilità limitata NV (naamloze vennootschap) regolata dalla legge olandese. La sede fiscale e la partita Iva rimarranno in Italia così come la negoziazione su listino. «Dobbiamo crescere per forza dimensionale e lo faremo con il nostro business, ma dobbiamo avere gli strumenti per farlo anche con acquisizioni», dice senza tanti giri di parole Matteo Tiraboschi, presidente esecutivo di Brembo. «Se guardo agli ultimi dieci anni abbiamo triplicato il fatturato, da 1,2 ai 3,6 miliardi del 2022 e questo è avvenuto in modo organico. La crescita per linee esterne si effettua con acquisizioni di una certa rilevanza e per farlo si può ricorrere al debito, cosa che non ci entusiasma, o a un aumento di capitale, che può comportare la perdita di controllo dell’azienda: il voto maggiorato consente invece di mantenerlo».

Investimenti e rivoluzione verde

Al momento non ci sono target nei radar di Brembo, ma «è meglio farsi trovare pronti», chiosa il top manager. «L’automotive sta conoscendo una fase disruptive e la taglia diventerà un elemento sempre più importante: noi spendiamo oltre il 6% in ricerca e sviluppo, circa 240 milioni di euro; una cifra importante per Brembo, ma non ancora sufficiente per l’innovazione e la tecnologia che stanno entrando nel mondo dell’auto. La taglia allora diventa importante per arrivare a offrire soluzioni nuove ai clienti». A maggio Brembo ha stanziato mezzo miliardo di investimenti in Europa, Americhe e Cina. Ma con questa operazione assumerà una nuova importanza anche il capitale sociale: «Visto finora come rappresentazione dell’azionista, in realtà è al servizio dell’impresa — ragiona Tiraboschi —. Azionista diventa chi fedelmente mantiene la sua partecipazione in azienda e questo strumento sarà importante per andare in giro per il mondo e crescere di più».

Azionisti «fedeli»

Il nuovo statuto rafforzerà l’istituto del voto maggiorato adottando un meccanismo di voto speciale. Verranno aumentati i diritti di voto per i soci di lungo periodo, i cosiddetti loyal shareholder, abbinando le azioni a voto speciale di nuova emissione (non quotate su Euronext) a quelle ordinarie Brembo da loro detenute. Sono previsti nove tipi diversi di azioni a voto speciale che attribuiscono un numero progressivo crescente di voti da 1 a 9 ciascuna e che verranno emesse e assegnate ai loyal shareholder, in base al periodo di detenzione dei titoli ordinari, previa iscrizione delle proprie azioni ordinarie nell’apposito registro olandese istituito da Brembo. Che si accoda così ai traslochi ad Amsterdam di altri big italici quali Campari, Mfe e Cementir. Tiraboschi però sgombra il campo da equivoci: «Brembo è un’azienda italiana, fortemente radicata e che continuerà a essere italiana. Negli ultimi dieci anni abbiamo investito nel nostro Paese oltre 800 milioni di euro. Entro fine anno completeremo l’acquisto della sede di Heidelberg al Kilometro Rosso, a Bergamo, e continueremo a pagare le tasse in Italia. Brembo resta e resterà in Italia».
Oggi intanto Brembo ha visto il suo chief public affairs officer, Roberto Vavassori, assurgere alla presidenza di Anfia per il quadriennio 2023-2026.

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