l’eredità

Piaggio, cosa cambia dopo la morte di Colaninno: le redini ai figli Matteo e Michele

di Giuliana Ferraino

Piaggio, cosa cambia dopo la morte di Colaninno: le redini ai figli Matteo e Michele Da sinistra a destra: Matteo, Roberto e Michele Colaninno

Che cosa succederà alla Piaggio dopo la scomparsa di Roberto Colaninno, l’imprenditore che aveva acquistato il gruppo della Vespa nel 2003 e poi ne aveva guidato il rilancio puntando su una forte internazionalizzazione del marchio? La successione è uno dei momenti più delicati per la sopravvivenza delle aziende familiari. Soprattutto quando il patriarca è ancora saldamente alla guida, come nel caso di Roberto Colaninno, 80 anni compiuti il 16 agosto, che era uno di quei capitani d’azienda ancora impegnati attivamente: ricopriva il ruolo di presidente e amministratore delegato di Piaggio ed era presidente di Immsi, la holding di famiglia. E ha lavorato fino al 28 luglio, quando ha partecipato all’ultimo cda di Piaggio, che ha chiuso il primo semestre con 1,17 miliardi di fatturato (+11,3), margine operativo lordo di 191,2 milioni (+25,6%) e Ebit di 117,6 milioni (+37,1%), i risultati migliori di sempre.

L’uscita di scena inaspettata di Roberto Colaninno, però, non procurerà alcun vuoto di potere al vertice, perché sia la governance di Piaggio che di Immsi, entrambe quotate in Borsa a Piazza Affari, prevedono come procedere. Gli statuti di Piaggio e Immsi, assegnano le funzioni spettanti al presidente, in caso di sua assenza o impedimento, al vicepresidente. Saranno dunque Matteo Colaninno, vicepresidente di Piaggio, e Daniele Discepolo, vicepresidente di Immsi, ad esercitare ad interim i poteri legati al ruolo di presidente, in attesa che i consigli di amministrazione, che saranno convocati probabilmente la prossima settimana, decidano come ridefinire il governo delle due società. Le decisioni dovranno poi essere approvate dall’assemblea degli azionisti.

Di sicuro i due figli di Roberto Colaninno, Matteo e Michele, a cui l’imprenditore era legatissimo, avranno un ruolo di primo piano nel continuare a gestire le aziende nel nome del padre. Deputato per tre legislature, fino a ricoprire la carica di ministro dello sviluppo economico nel governo ombra del PD e componente della direzione e responsabile economico della segreteria nazionale, e parlamentare di Italia Viva, Matteo Colaninno, classe 1970, ha concluso l’esperienza politica lo scorso autunno, quando ha deciso di non ricandidarsi al Parlamento. E a novembre il cda di Piaggio, di cui era già vice presidente e consigliere, gli ha attribuito le deleghe esecutive. Adesso potrebbe giocare un ruolo maggiore se il cda decidesse di estendere l’interim della presidenza fino alla prossima assemblea chiamata ad approvare i conti del 2023 in primavera, invece di convocare un’assemblea straordinaria ad hoc. Questi mesi potrebbero permettere a Matteo la possibilità di mettersi alla prova anche in azienda.

In Immsi, invece, assumerà la carica di presidente ad interim, l’avvocato Daniele Discepolo, 76 anni, attuale vice presidente con la responsabilità di Lead Independent Director della società, di cui è inoltre presidente del comitato controllo e rischi, presidente del comitato per la remunerazione e membro del comitato per le proposte di nomina . Nella holding di famiglia la guida operativa invece resta nelle mani di Michele Colaninno, classe 1976, che ha sempre avuto un ruolo decisionale, essendo l’amministratore delegato e direttore generale, oltre a ricoprire il ruolo di responsabile delle strategie di innovazione prodotto e marketing del gruppo Piaggio. E’ stato Michele a convincere il padre a lanciarsi nella sfida sulla mobilità del futuro, con la creazione nel 2015 di una divisione robotica, Piaggio Fast Forward, il centro di ricerca con sede a Boston, che ha dato vita al drone terrestre Gita, dotato di tecnologia follow me.

«I due nuovi robot sono pensati per aiutarci a costruire la città del futuro: libera da auto, traffico e inquinamento», aveva detto Michele il giorno della presentazione a boston, dove era di casa. Vedeva «Gita come la Vespa del 21° secolo e Kilo la nuova Ape». Non è escluso che sia proprio il secondogenito, che ha la mania per l’innovazione, ad assumere le redini del gruppo Piaggio e guidarlo nel futuro.

La presa della famiglia su Immsi e Piaggio è forte: le quote della cassaforte non quotata Omniaholding, al vertice della catena di controllo, è diviso tra il padre Roberto (40,55%), la moglie Oretta Schiavetti (19,89%) e i due figli Matteo e Michele, ciascuno titolare dal 19,78% del capitale. Omniaholding detiene il 59% di Immsi che a sua volta ha poco più del 50% di Piaggio. In assenza di un testamento l’eredità verrà suddivisa in parti uguali tra moglie e figli, mentre in presenza di un testamento la quota disponibile sarà di un quarto, al pari della legittima spettante a ciascuno erede. Il mercato in ogni caso è ottimista sul riassetto e i titoli di Immsi (+3,79%) e Piaggio (+0,8%) salgono a Piazza Affari.

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