ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùMercati

Borsa Italiana, da inizio anno 27 matricole per una raccolta di 1,5 miliardi

Quattro Ipo sull'Euronext Milan per una raccolta da 1,35 miliardi di euro. Barbara Lunghi, primary market manager: «Semestre dinamico rispetto ad altri mercati primari. La stagione autunnale potrebbe presentare numeri interessanti»

di Monica D'Ascenzo

3' di lettura

Prima parte dell’anno spumeggiante per Borsa Italiana con quattro quotazioni sul listino principale e 23 sull’Euronext Growth Milan, per una raccolta complessiva di capitali da 1,489 miliardi di euro. Dato che si inserisce nella serie che ha visto 22 quotazioni nel 2020, 49 nel 2021 e 30 nel 2022.

«Abbiamo avuto un semestre molto dinamico anche rispetto alle altre geografie e altri mercati primari. È stato un periodo con operazioni molto diversificate: aziende familiari e società partecipate dai private equity, aziende di grande e piccola dimensione, passaggi dal mercato growth al mercato regolamentato,e dual listing come quelli di Ferretti e Eurocommercial Properties» commenta Barbara Lunghi, primary market manager in Borsa Italiana, gruppo Euronext, che prosegue: «Abbiamo avuto una prima parte dell’anno che ci dà un quadro di operazioni molto articolato come dimensione, settori e tipologia di operazioni. Il mercato italiano sta dimostrando di avere voglia di Borsa, alimentata dagli sforzi che si stanno facendo a tutti i livelli per renderlo sempre più competitivo».

Loading...

Il listino principale

Quattro Ipo sull’Euronext Milan per una raccolta da 1,355 miliardi di euro. Un segnale di fiducia nel mercato. «In un contesto di mercato primario selettivo, sul mercato regolamentato abbiamo visto il ritorno in Borsa di Lottomatica, la più grande operazione in Europa per capitali raccolti, la quotazione di Eurogroup Laminations, Ferretti finalmente a Milano dopo la quotazione ad Hong Kong. Ci sono, poi, settori che da anni non si affacciavano alla Borsa come quello di Italian Design Brands, con un’aggregazione di imprese supportata da private equity. Si tratta di operazioni che hanno intercettato l’interesse sia degli investitori domestici sia di quelli internazionali».

Il mercato Growth

La maggior parte delle operazioni è avvenuta comunque sull’Euronext Growth Market, con società di dimensioni medio-piccole. «Sul mercato growth abbiamo assistito negli ultimi anni a una progressione, con un record nel 2021. Si tratta di un mercato aperto, che accoglie in quotazione società che hanno raccolte molto diversificate, tra cui imprese con una forte vocazione all’innovazione come startup e scaleup» osserva Lunghi, aggiungendo poi guardando al futuro: «Possiamo solo rafforzarlo ulteriormente, anche con iniziative di policy grazie alla collaborazione tra istituzioni, associazioni di imprese e operatori».

Il 2023 ha visto finora cinque passaggi dal listino Growth a quello regolamentato, portando così il totale delle società che hanno “scalato” la Borsa a 28 dalla nascita del Growth Market. «Sono operazioni che hanno contribuito a dare dinamicità al mercato e dimostrano come sia possibile avere un approccio graduale al mercato pubblico, percorrendo la filiera dei mercati oggi a disposizione delle imprese».

Le stime per il resto dell’anno

Sempre arduo riuscire a fare previsioni a metà estate di quello che sarà l’autunno delle quotazioni in Borsa. Molto dipende dall’intonazione che avranno i mercati. Qualche indicazione è comunque leggibile fin da ora: «Abbiamo visto che sul Growth Market i numeri si ripetono anno dopo anno e sono più prevedibili: dipende molto dalla capacità dell’ecosistema di fare l’execution dei deal. Senz’altro avremo una stagione autunnale con numeri interessanti» osserva la manager di Borsa Italiana, secondo la quale: «Sul mercato regolamentato, invece, ogni operazione fa storia a sé, c’è maggiore dipendenza dalle condizioni di mercato e dall’appetito degli investitori per quello specifico settore e per quella specifica società, trattandosi di offerte per lo più significative».

In questo contesto si riapre anche la possibilità delle Ipo come exit per i fondi chiusi. «Quest’anno abbiamo avuto diverse società portate in Borsa dai fondi di private equity. Ogni nuova operazione porta nuovo interesse su deal che possono essere costruiti in modo simile, generando anche effetti imitativi».

Riproduzione riservata ©
Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti