ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùQuotate Italia

Da Enel a Terna: 16 società italiane nell’indice Dow Jones di sostenibilità

Annunciati i risultati dell’annuale ribilanciamento e ricostituzione degli indici Dow Jones Sustainability Indices (Djsi): ecco le aziende italiane incluse

(Imagoeconomica)

2' di lettura

Sedici aziende italiane entrano o vengono confermate nell’indice di sostenibilità di S&P Dow Jones Indices. Sono stati infatti annunciati i risultati dell’annuale ribilanciamento e ricostituzione degli indici Dow Jones Sustainability Indices (Djsi). E le società italiane che ne fanno parte non sono poche: Pirelli, Intesa Sanpaolo, Iveco, Leonardo, Prysmian, Moncler, Saipem, Nexi, Assicurazioni Generali, Poste Italiane, Tim, Enel, Hera, Italgas, Snam, Terna.

Come funziona l’indice

I Dow Jones Sustainability Indices sono ponderati per il flottante e la capitalizzazione di mercato. Lanciato nel 1999, i DJSI sono oggi tra i principali indici globali che tracciano le performance di sostenibilità delle società leader a livello mondiale: misurano infatti le società selezionate in base a criteri ambientali, sociali e di governance (i cosiddetti Esg). Quest’anno a livello globale sono state aggiunte Tencent Holdings, Philip Morris International, ServiceNow, e sono state eliminare Novartis, AstraZeneca e Amgen. Tutti i cambiamenti sono in vigore dal 18 dicembre.

Loading...

I commenti delle aziende

Quasi tutte le aziende italiane inserite in questi indici hanno commentato la notizia con comunicati stampa. «Il DJSI ha riconosciuto il ruolo proattivo di Enel nel contrastare il cambiamento climatico e nel promuovere un modello energetico a zero emissioni. Enel si è distinta anche in altri ambiti incentrati nella valutazione delle pratiche di gestione aziendale responsabile come la tutela dei diritti umani, l’innovation management, le opportunità di mercato, i rischi relativi alle risorse idriche e il coinvolgimento degli stakeholder», ha comunicato per esempio Enel. «L’inserimento nell’indice è un riconoscimento della centralità dei fattori Esg nella strategia dell’azienda, del suo impegno nella promozione di iniziative e nella definizione di obiettivi e della sua trasparenza nella divulgazione di dati e informazioni» commenta invece Snam.

«La sostenibilità rappresenta una leva per migliorare la competitività del nostro business», ha commentato Roberto Cingolani, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Leonardo. «Nei prossimi anni saremo focalizzati soprattutto sulla decarbonizzazione delle nostre attività dirette ed indirette in linea con il commitment a Science Based Targets initiative (SBTi), sul rendere la nostra supply chain più sostenibile e promuovere una cultura basata sulla diversità, equità ed inclusione».

«Ogni giorno, in Moncler e in Stone Island, lavoriamo per continuare ad integrare le tematiche di sostenibilità nel nostro modello di business. Lo facciamo con passione, inventiva, umiltà e la necessaria concretezza. Lo facciamo con il senso di urgenza che le sfide ambientali e sociali ci impongono», ha commentato invece Remo Ruffini, Presidente e Amministratore Delegato di Moncler.

L’altro indice: il MIB ESG

Ma c’è stato anche un altro aggiornamento in un altro indice di sostenibilità. Euronext ha infatti chiuso la revisione trimestrale del MIB ESG index, che sarà effettivo dal 18 dicembre. Entra Anima Holding ed esce Ferrari.

Riproduzione riservata ©
Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti