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Religiosi attivisti, Eni e Snam le altre aziende che incontreranno il Ciid

Dopo BancoBpm e A2A, il Centro interreligioso avvia nuovi confronti con le aziende italiane quotate. Fra i fondatori del Ciid, i Gesuiti e il Movimento Laudato Si’

di Vitaliano D'Angerio

(Francesco Fotia / AGF)

2' di lettura

Eni e Snam. Due tra le più grandi partecipate pubbliche sono entrate nella sfera d’azione del Centro interreligioso italiano per il dialogo (Ciid), un gruppo di enti religiosi che ha l’obiettivo di fare pressing sulle aziende quotate sui temi della sostenibilità. Il Ciid è stato creato un anno fa sulla spinta della società di consulenza Nummus (partecipata dalla Cei) e da Alessandra Viscovi, presidente del comitato di sostenibilità di IMpact Sgr e docente di finanza sostenibile alla scuola Altis (Università Cattolica).

I fondatori del Ciid

Al Ciid aderiscono 12 enti religiosi e, a quanto si sa, ve ne sono un’altra decina in lista d’attesa. Tra i fondatori del network ci sono la Compagnia di Gesù, la stessa Nummus, le suore Francescane Angeline, le suore del Preziosissimo Sangue, la società Missionaria di Maria, la Curia Generalizia Istituto Suore S.Anna, le suore Comboniane e il Movimento Laudato Si’. Il Ciid è aperto però a tutti gli investitori religiosi, anche non cattolici, che vogliono partecipare in modo attivo.

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Approvata anche la Carta dei Valori con al centro principi Esg e dunque le questioni ambientali, sociali e di governance. Da segnalare, a proposito di regole di governo societario, l’indicazione prevista nella Carta dove viene collegato il «maggior coinvolgimento degli azionisti» al miglioramento «delle performance finanziarie e non finanziarie delle imprese».

Un anno di attività

A un anno quindi dall’istituzione del gruppo di religiosi attivisti, Nummus ha fatto il punto sulle azioni realizzate e sui risultati raggiunti. La società di consulenza, con sede a Trento, coordina le attività del Ciid e ha segnalato che nei primi dodici mesi ci sono stati incontri con due aziende quotate italiane: l’utility A2A e l’istituto di credito BancoBpm. «Con A2A – viene evidenziato da Nummus –si è discusso delle perdite idriche e del progetto Acquarius, delle emissioni di carbonio, della sostenibilità della catena di approvvigionamento e degli Sdgs, gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030».

Per quanto riguarda Banco Bpm «i temi principali dell’incontro, invece, sono stati l’adesione della banca alla Net Zero Banking Alliance, il processo di monitoraggio delle aziende finanziate con un focus sui finanziamenti green e social, e un progetto riguardante la formazione dedicata alle Pmi sulla rendicontazione Esg e l’analisi di materialità».

Lo scopo dei primi incontri, viene evidenziato, è stato quello di «comprendere gli obiettivi aziendali, ma il prossimo passo sarà verificare se la traiettoria degli obiettivi dichiarati è stata rispettata». Dunque nei prossimi faccia a faccia si vedrà se l’engagement ha raggiunto qualche risultato.

Eni, Snam e forse altri

Nelle prossime settimane ci saranno invece gli incontri con Eni e Snam, due gruppi di rilievo nell’ambito del settore energetico europeo e italiano. E, a quanto fanno sapere da Nummus, sarà proprio la transizione energetica il cuore del confronto (vedi scheda a fianco). Il Ciid però punta a incontrare anche altre aziende che al momento non sono state ancora svelate.

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